Nel precedente articolo abbiamo parlato di che cosa sia l’emozione di rabbia, da cosa può nascere e quali cambiamenti corporei comporta. Ma come possiamo aiutare i bambini a gestire le manifestazioni di rabbia? Innanzitutto, è fondamentale lasciare che il bambino possa sfogarsi e liberare la tensione emotiva attraverso il corpo; contenere o impedire al bambino di muoversi può avere un effetto controproducente. In una condizione di sicurezza, è bene permettere al proprio figlio di correre, saltare, lanciare a terra un cuscino, ossia compiere movimenti fisici che consentano uno scarico adattivo e funzionale della tensione emotiva interna.
Allo stesso modo coccole e abbracci, un contatto positivo tra il genitore e il suo bambino, favorisce il rilascio di ormoni, come l’ossitocina e la serotonina, che determinano nel bambino sensazioni di conforto e sicurezza, abbassando i livelli di cortisolo (ormone dello stress). Quindi, quando possibile e se il proprio figlio lo consente, è bene tenere a mente che coccole e abbracci accompagnati da parole dolci, hanno un effetto calmante sul bambino. Per quanto spesso possa risultare difficile, è caldamente sconsigliato rispondere alla rabbia con la rabbia, così come alzare la voce o punire il proprio figlio per queste sue manifestazioni emotive.
Tali comportamenti aumentano la produzione di noradrenalina (ormone dello stress) e favoriscono un comportamento oppositivo nel bambino; rinforzano la rabbia e innescano nel bambino meccanismi che amplificano una percezione negativa di sé. Durante le manifestazioni di rabbia, è importante per il bambino avere accanto a sé il proprio genitore, la cui presenza comunica che lo rispetta e comprende il suo stato d’animo, accettando anche quell’emozione così poco piacevole. Quando il proprio figlio si è calmato, è bene parlare di cosa è successo e cosa ha innescato la rabbia, poiché favorisce nei bambini le capacità di ascolto di sé e delle proprie emozioni. La rabbia è un’emozione che va legittimata: i bambini devono capire che l’espressione della rabbia è legittima e che, come tutte le altre emozioni, non deve essere inibita, ma ascoltata e gestita.
Possiamo quindi affermare che il modo in cui i bambini vivono ed esprimono la rabbia è determinato sia dal loro livello di sviluppo sia dai modelli familiari e dalle esperienze passate. Con il crescere i processi mentali del bambino e la sua capacità di valutazione delle varie situazioni cominciano a svolgere un ruolo più rilevante nell’interpretazione e regolazione delle emozioni. Quando si trova in uno stato di eccitazione, come nel caso della rabbia, ne cerca una spiegazione nel suo ambiente immediato, attingendo anche agli eventi passati e ai suoi ricordi emotivi. Nonostante siano largamente inconsci, i collegamenti che il bambino effettua possono ispirare le sue reazioni presenti.
Ad esempio, passate esperienze spiacevoli o incontrollate di sentimenti di rabbia possono accrescere la sua eccitazione fisiologica e intensificandone l’esperienza emotiva. Da qui l’importanza di aiutare i propri figli a gestire e regolare le proprie emozioni, promuovendo la capacità di vivere l’esperienza emotiva come qualcosa che può essere gestito e non come esperienza soverchiante.