Il mio
approccio

Ogni persona, sulla base delle esperienze che ha fatto e del modo in cui è cresciuta, si costruisce nel tempo una visione
del mondo e un proprio modo di vedere la realtà.

La terapia cognitivo costruttivista relazionale

Il percorso di terapia ha lo scopo di aiutare la persona a comprendere il suo personale modo di vedere e interpretare la realtà, di comprendere le mappe mentali che utilizza per stare nel mondo e in relazione con gli altri; in altri parole, aiuta a comprendere quali “lenti” la persona utilizza per dare significato a ciò che accade nella sua vita, dentro e fuori da sé. Questo processo di comprensione e di consapevolezza di sé è fondamentale per poter cambiare e modificare quegli aspetti personali, come schemi di pensiero e comportamenti, che oggi possono risultare limitanti e fonte di sofferenza.

La terapia cognitivo costruttivista relazionale

Il percorso di terapia ha lo scopo di aiutare la persona a comprendere il suo personale modo di vedere e interpretare la realtà, di comprendere le mappe mentali che utilizza per stare nel mondo e in relazione con gli altri; in altri parole, aiuta a comprendere quali “lenti” la persona utilizza per dare significato a ciò che accade nella sua vita, dentro e fuori da sé. Questo processo di comprensione e di consapevolezza di sé è fondamentale per poter cambiare e modificare quegli aspetti personali, come schemi di pensiero e comportamenti, che oggi possono risultare limitanti e fonte di sofferenza.

Come avviene il cambiamento?

Il primo passo verso il cambiamento è la consapevolezza di se stessi e del proprio funzionamento.
Il processo di comprensione passa attraverso la ricostruzione della propria storia e di come si sono sviluppati i propri schemi mentali (emotivi e comportamentali) ma soprattutto di come questi schemi oggi prendono forma e si manifestano nella quotidianità. In altre parole, il lavoro sul passato è importante per comprendersi ma ancora di più il lavoro sul presente, su ciò che accade oggi, per esplorare da vicino se stessi e il proprio personale modo di stare nel mondo e di leggere la realtà.

La relazione terapeuta-paziente

Questo processo avviene all’interno della relazione terapeuta-paziente, intesa come uno spazio sicuro in cui conoscersi a fondo, guidati da una persona esperta che, accanto al paziente, traccia insieme a lui (lei) la strada per il proprio benessere. Paziente e terapeuta collaborano insieme: il primo infatti mette a disposizione i propri contenuti, il secondo il metodo e le tecniche per raggiungere l’obiettivo comune di uno stato di benessere e maggiore libertà. La relazione terapeuta-paziente è una relazione autentica ed empatica, all’interno della quale la persona ha modo di esplorare se stessa, le proprie emozioni e i propri comportamenti con sicurezza e non-giudizio.

La relazione terapeuta-paziente

Questo processo avviene all’interno della relazione terapeuta-paziente, intesa come uno spazio sicuro in cui conoscersi a fondo, guidati da una persona esperta che, accanto al paziente, traccia insieme a lui (lei) la strada per il proprio benessere. Paziente e terapeuta collaborano insieme: il primo infatti mette a disposizione i propri contenuti, il secondo il metodo e le tecniche per raggiungere l’obiettivo comune di uno stato di benessere e maggiore libertà. La relazione terapeuta-paziente è una relazione autentica ed empatica, all’interno della quale la persona ha modo di esplorare se stessa, le proprie emozioni e i propri comportamenti con sicurezza e non-giudizio.

E i sintomi?

Nel mio approccio i sintomi sono delle porte d’accesso al proprio mondo interno, dei segnali che la mente e il corpo stanno mandando per avvertire che c’è qualcosa che non va; metaforicamente potrei paragonarli a dei messaggi in codice che vanno ascoltati e compresi, trovando la giusta chiave di lettura. Il sintomo è quindi una sorta di spia, perciò avere una determinata sintomatologia non significa “avere qualcosa di rotto” o di “sbagliato”, anzi. Significa che il proprio sistema funziona e sta segnalando che qualcosa dentro di noi ha bisogno di essere accolto e compreso. Perciò il lavoro sui sintomi è duplice: da una parte si aiuta la persona a trovare delle strategie funzionali con cui gestire la sintomatologia presente, come ad esempio crisi d’ansia, pensieri intrusivi, irritabilità, bassa autostima, identificando le modalità più adatte al paziente e costruendo ad hoc su di lui (lei). Dall’altra si lavora insieme per comprendere il significato di quel sintomo, ossia che cosa sta comunicando e segnalando passando attraverso la comprensione di sé e del proprio funzionamento.

Perché è così importante la consapevolezza di sè?

Te lo spiego con un esempio
Prendi due bicchieri: uno di gomma e uno di vetro. Immagina che un martello li colpisca, cosa succede? Il primo si piega al colpo ma non si rompe, il secondo si frantuma in mille pezzi. Ecco, il martello può essere paragonato a un evento esterno potenzialmente traumatico ma ciò che fa la differenza è la struttura del bicchiere. A parità di colpo, i due bicchieri reagiscono in modo differente all’evento esterno. Ecco perché è importante conoscersi a fondo e diventare consapevoli del proprio funzionamento: se è vero che non possiamo controllare gli eventi esterni, come il colpo del martello, possiamo però lavorare sulla nostra struttura, sul nostro funzionamento identificando e sviluppando le nostre risorse interne per affrontare al meglio ciò che accade intorno a noi.

Perché è così importante la consapevolezza di sè?

Te lo spiego con un esempio
Prendi due bicchieri: uno di gomma e uno di vetro. Immagina che un martello li colpisca, cosa succede? Il primo si piega al colpo ma non si rompe, il secondo si frantuma in mille pezzi. Ecco, il martello può essere paragonato a un evento esterno potenzialmente traumatico ma ciò che fa la differenza è la struttura del bicchiere. A parità di colpo, i due bicchieri reagiscono in modo differente all’evento esterno. Ecco perché è importante conoscersi a fondo e diventare consapevoli del proprio funzionamento: se è vero che non possiamo controllare gli eventi esterni, come il colpo del martello, possiamo però lavorare sulla nostra struttura, sul nostro funzionamento identificando e sviluppando le nostre risorse interne per affrontare al meglio ciò che accade intorno a noi.
Dott.ssa Andrea Carta – 346 2864198
andreacarta.psicologa@gmail.com
P.iva 10795660967